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COVID incontri anziani famigliari

Tra i sacrifici più grandi che la pandemia ci ha costretto a vivere c’è sicuramente quello che ha imposto una distanza, innaturale ma necessaria, tra gli anziani e i pazienti ospitati nelle strutture di ricovero e cura e i loro famigliari.

Ora però, grazie soprattutto alla campagna vaccinale e agli sforzi di tutti, è finalmente possibile guadagnare qualche grado di quella normalità che stiamo tentando di raggiungere. Il Ministero della Salute prima, e Regione Lombardia poi, hanno infatti autorizzato e regolamentato nuove modalità di incontro che, grazie alla Certificazione Verde COVID, permetteranno esperienze affettive più autentiche, sempre rispettando le norme di sicurezza necessarie per proteggere i più fragili.

A partire da giovedì 3 giugno cambieranno – in meglio – anche le modalità di visita per tutti i servizi residenziali gestiti dalla Fondazione Benefattori Cremaschi onlus, sia negli spazi di Via Kennedy che in quelli di Via Zurla. La nuova modalità sarà consentita solo in particolari condizioni e secondo precise procedure.

Chi potrà accedere agli incontri con le nuove regole

L’accesso alle strutture di Via Kennedy e all’RSA Camillo Lucchi di Via Zurla sarà consentito – fino ad un massimo di 2 persone contemporaneamente – a tutti i famigliari, caregiver o conoscenti in possesso della Certificazione Verde COVID ossia di almeno uno dei requisiti equivalenti:

  • stato di completamento del ciclo vaccinale oppure l’avvenuta somministrazione della prima dose con validità dal quindicesimo giorno successivo;
  • guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2 (che corrisponde alla data di fine isolamento e ha validità di 6 mesi);
  • esito negativo di un tampone rapido eseguito, al massimo, nelle 48 ore precedenti.

In tutti i casi, il visitatore dovrà dimostrare il possesso del requisito richiesto attraverso la presentazione di un documento originale, firmare e accettare il Patto di Condivisione del Rischio e superare le verifiche previste dalla procedura di Triage.

L’esecuzione del tampone rapido potrà essere svolta anche presso strutture o servizi privati (farmacie, ad esempio), oppure gratuitamente presso i Punti Tampone individuati da Regione Lombardia (Ospedale Maggiore di Crema, Centro Prelievi in L.go Dossena, dal lun al ven dalle 11:30 alle 12:30) con la presentazione di un apposito modulo di autocertificazione o, ancora, direttamente presso il presidio di Via Kennedy.

E’ fortemente sconsigliata la presenza di bambini con un’età uguale o inferiore a 6 anni e, comunque, per i minori varranno tutte le indicazioni e le prescrizioni previste per gli adulti.

Nelle situazioni in cui non fosse possibile dimostrare e/o presentare la Certificazione Verde COVID, gli incontri si svolgeranno con le modalità organizzative adottate fino ad oggi.

Come e dove si svolgeranno gli incontri

Come prescritto dagli organi di vigilanza, gli incontri continueranno ad essere programmati e si accederà, nel caso delle strutture di Via Kennedy, previo appuntamento da concordare chiamando l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (tel. 0373.206510), oppure – nel caso della RSA Camillo Lucchi – secondo la programmazione proposta direttamente dagli operatori della Direzione o del Servizio Sociale di Via Zurla.

Per entrambe le strutture e per tutti i servizi, verranno privilegiati – condizioni meteo permettendo – i luoghi all’aperto. Inizialmente, in Via Zurla si procederà con l’organizzazione in apposito ambiente interno per poi utilizzare anche portico e giardino; in Via Kennedy, invece, saranno utilizzati l’atrio adiacente al nucleo e il cortile. In caso di maltempo saranno garantiti appositi luoghi interni debitamente organizzati. Grazie a questa organizzazione e alla sorveglianza comunque garantita dal personale sarà possibile organizzare più incontri contemporaneamente.

Per raggiungere tutti gli spazi individuati saranno segnalati percorsi precisi in grado di assicurare le condizioni di sicurezza necessarie.

Tutti i visitatori ammessi, poi, dovranno sempre e comunque indossare una mascherina tipo FFP2, sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea e igienizzarsi preventivamente le mani. In merito all’introduzione di oggetti o materiali dall’esterno, sarà consentito solo per quelli che possono essere sottoposti alla procedura di sanificazione (sono quindi esclusi, ad esempio, alimenti o capi di vestiario).

Per quanto riguarda infine il contatto fisico, come prescritto dall’Ordinanza Ministeriale, non sarà in generale consentito, ma potrà essere preso in considerazione in particolari condizioni, come ad esempio in caso di presenza di grave deterioramento cognitivo dell’ospite o del paziente, di gravi disturbi comportamentali oppure di grave deprivazione sensoriale come cecità o sordità. In questi casi speciali, comunque, l’interazione fisica sarà limitata al contatto fra le mani e sarà concessa solo al visitatore in possesso di Certificazione Verde e a ospiti o pazienti vaccinati o che sono guariti da non più di 6 mesi.

Un segnale che restituisce agli affetti la giusta importanza

Abbiamo lavorato molto scrupolosamente all’organizzazione e alla costruzione delle procedure interne che permettessero questa nuova modalità di incontro, prendendoci il tempo necessario per mettere a punto un meccanismo sicuro ma, al contempo, dignitoso e autentico. Siamo infatti tutti convinti che la dimensione affettiva del rapporto con i famigliari gioca un ruolo determinante nelle dinamiche della cura e, in questi lunghi mesi di privazione, abbiamo capito ancora di più quanto possa incidere sul benessere dei nostri ospiti e dei nostri pazienti.”, ha dichiarato Bianca Baruelli, Presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi onlus. “Sono grata prima di tutto ai famigliari che hanno stretto i denti e atteso, sopportato un dolore che posso solo immaginare. Non possiamo poi dimenticare un doveroso grazie anche a tutte le Direzioni, così come a tutti i nostri operatori, che hanno permesso di costruire il protocollo che da oggi ci accingiamo ad utilizzare. Non dimentichiamo neppure le tante manifestazioni di stima e fiducia che ci continuano a raggiungere e che ci rendono fieri di essere un presidio per la cura della fragilità di ogni cittadino del nostro territorio”.

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